Lorenzo Fabiano e Gustav Thoeni
Serata da Feltrinelli a Verona
Mi chiamo Lorenzo Fabiano, sono un giornalista sportivo di Verona, e, attraverso la ricostruzione dei fatti ho cercato di far rivivere quelle emozioni in un libro dal titolo THOENI VS STENMARK, L’ULTIMA PORTA (Prefazione di Paolo De Chiesa e Stefania Demetz - Edizioni Mare Verticale), che ho presentato Giovedì 19 Marzo alle ore 18.00 presso il negozio Feltrinelli Express in Stazione Porta Nuova a Verona, in occasione dell’uscita nelle librerie.
Il prossimo 23 Marzo decorre il quarantesimo anniversario di uno degli eventi sportivi più straordinari mai avvenuti in Italia. Fu qualcosa di eccezionale che segnò, a mio modesto modo di vedere, un’epoca. 23 Marzo 1975, Ortisei: sul ripido pendio del Ronc, la pista che non c'è più, va in scena lo slalom parallelo che assegna la coppa del mondo di sci. Non è una gara come le altre, non lo può essere.
Concepita dai vertici della federazione internazionale come una semplice passerella finale, si trasforma invece in una delle sfide più emozionanti della storia dello sport mondiale. La stagione è stato un susseguirsi di ribaltoni e controribaltoni. Un colpo di scena dopo l'altro ci accompagna fino alla resa dei conti finale, dove tre uomini si presentano appaiati in classifica.
Franz Klammer, Ingemar Stenmark, e Gustavo Thoeni si giocano tutto lì, in una manciata di secondi. ll clamore che precede la sfida è enorme, la tensione alle stelle. A Ortisei si presentano oltre 40.000 persone. Si calcola che venti milioni d'italiani siano inchiodati davanti alla TV .
Sono gli anni della leggendaria "Valanga Azzurra", lo squadrone italiano domina il mondo : abbiamo vinto le ultime quattro edizioni della coppa. Anche quella del 1975 sembra dover essere una questione privata tra Gustavo Thoeni e Piero Gros. Due giovani non ci stanno e non esitano a lanciare il guanto di sfida. Uno è Franz Klammer: viene dalla Carinzia, è allegro, guascone, spericolato, reclama il trono della velocità.
L'altro è Ingemar Stenmark: è nato in un villaggio non distante dal Circolo Polare Artico. E' freddo e taciturno, vuole prendersi il mondo. Sullo sfondo c'è una nazione che vive un periodo di forti tensioni e conflitti. Siamo nel cuore degli anni settanta: nelle strade italiane scorre il sangue versato dalle sprangate e dai colpi delle P38. Eppure quella domenica l'Italia si ferma, si stringe unita attorno a Gustavo Thoeni nel bisogno di regalarsi un momento di evasione.
Non lo fa per una finale di un campionato del mondo di calcio, lo fa per una gara di sci. Per un paese come il nostro è qualcosa di straordinario.